Sommersi di Marco Visconti

Descrizione

dalla quarta di copertina
[…Lo stile ritmato dei versi dell’autore mostra con sagacia la sua ars poetica, divisa tra passato e presente. Un passato fatto di valori nostalgici in «Maschere», come l’amore per corrispondenza, e di un presente in «Volti» fatto di immagini, di etichette, come in «Uomo Cool» e «Donna Cool». Ma non basta, l’autore ritaglia con maestria e disinvoltura una linea sartoriale delle parole, a creare un’impalcatura su cui si poggiano i volti e le immagini del nostro tempo: definendo le mappe e le traiettorie del capitalismo aggressivo.
In particolare il poeta evidenzia feste prive di sostanza, «insignificanti» per dirla con Milan Kundera, prive di quel palpitio religioso, di quel senso orientativo dove l’uomo poteva ripararsi e, talvolta, persino ritrovarsi. Di sfondo ci sono i cambiamenti climatici e una moltitudine di fenomeni che, quasi, ormai, non possiamo far altro che osservare inermi e sopraffatti; così, come in un ribaltone temporale, il clima alla deriva, e molte altre dimensioni odierne, vengono raccontate tramite il ricordo nostalgico, eterno, di uomini del presente per poi scivolare dentro la città di provincia, dove, senza pregiudizi, si evidenziano le crepe di un inesorabile sfacelo identitario come in «Vicoli antichi», che riporta a «Uomini e Topi» di John Steinbeck in una eco lontana ma presentissima.
A finire i versi liberi, versi attuali, versi amorosi, versi originali, versi stravolgenti come «Inno alla Luce»: passi di danza volteggianti nel sentimento della libertà e della sobria strafottenza dinanzi al non senso della Vita, che richiama con forza l’attrice e cantante Angela Luce, pur non senza un significato allegorico forte, di sostanziale opposizione alla superficialità di questo nostro tempo che forse, per il poeta, trasale come un non tempo…]

Luca Cantore D’Amore
Critico d’arte